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La socializzazione

La socializzazione La socializzazione
In una pubblicazione del 1966, lo studioso O.G. Brim definisce la socializzazione come quel
processo mediante il quale gli individui acquisiscono le conoscenze, le abilità, i sentimenti e i comportamenti che li mettono in grado di partecipare, quali membri più o meno efficienti, alla vita sociale
Meglio dunque, senza però dimenticare che il cane è un essere pensante che vive di emozioni e sentimenti, estrapolare dalle definizioni soltanto ciò che è incontestabile da chiunque:
la socializzazione è un processo di inestimabile importanza e rilevanza all’interno dello sviluppo di un individuo.

Esempio

Supponiamo che due mercanti ambulanti adottino un Vizsla ciascuno. Il primo mercante dispone una gabbia nel cortile di casa e stabilisce che sarà la dimora del suo cane, il secondo preferisce invece portare il cane sempre con sé immaginando che quell’irresistibile cucciolo tutto orecchie possa essere una valida attrattiva per la sua bancarella. I cani vivranno entrambi la spinta alla socializzazione, ma il livello di socializzazione dei due animali sarà profondamente diverso a causa delle scelte perpetrate dai proprietari: il primo, tenendo il cane in gabbia, lo avrà privato della possibilità di acquisire svariate conoscenze, capacità e atteggiamenti; il secondo portando con sé il cane durante i mercati gli avrà dato modo di acquisire un livello di socializzazione molto più elevato e articolato. Quindi se è vero che entrambi i cani vivranno la socializzazione, è altrettanto vero che la qualità e la quantità di quest’ultima sono indissolubilmente legate alle esperienze vissute durante la crescita, esperienze che forniscono la base su cui il cane formerà il proprio carattere di cane adulto, creerà le proprie certezze e le proprie paure.

Cavolo ma allora la socializzazione del nostro cane dipende così tanto da noi?!?

Eh sì…e troppo spesso trattiamo molte questioni con banalità e sufficienza senza renderci conto che andremo a determinare l’eventuale insorgere di problemi comportamentali anche in età adulta. Cercare di intervenire e modificare aspetti del carattere figli di episodi vissuti durante la crescita, può essere un’impresa ardua, talvolta impossibile, dove ci si può trovare a doversi accontentare soltanto di piccoli miglioramenti. Ma entriamo nel dettaglio e vediamo come la socializzazione accompagni la vita del cane fin dal principio.

01L’umano come maestro di socializzazione

Alcuni allevatori tengono in grande considerazione la socializzazione del cucciolo e si adoperano affinché i cagnolini che consegnano alle famiglie abbiano già vissuto il maggior numero di esperienze possibili. Taluni poi, sono soliti far ascoltare alla cucciolata dei cd che riportano rumori del traffico della città, fuochi d’artificio, urla dei bambini e tanti altri suoni e rumori che il cane potrebbe incontrare in futuro all’interno della sua quotidianità. Non tutti mettono in atto queste accortezze ma, dato che una buona età per portare a casa il cucciolo corrisponde a circa 8 settimane di vita, avremo la possibilità di lavorare su un cane nel pieno del periodo di socializzazione e avere dunque ancora un buon margine per aiutare il nostro Vizsla. Abbiamo detto che ciò che avviene durante lo sviluppo del cane è decisivo e talvolta persino irreversibile, per cui cerchiamo di proseguire con ordine e calma.

02Il cucciolo si è ambientato

Bene, abbiamo seguito alla lettera le indicazioni di Miriam contenute nell’articolo Il cucciolo - istruzioni d'uso e ora il cane fa parte della nostra famiglia, si dimostra più a suo agio nel nuovo ambiente e sta iniziando a conoscere le regole della casa… è dunque il momento di iniziare a impegnarsi a fondo per guidare il piccoletto all’interno dei tre canali di socializzazione:
  • SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA (intraspecifica – con gli altri cani)
  • SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA (interspecifica – con gli altri animali)
  • SOCIALIZZAZIONE AMBIENTALE
Queste tre fasi si conseguono per poi sovrapporsi gradatamente (spesso e volentieri dandoci la possibilità di allenarle tutte contemporaneamente) e impegnano il cucciolo fino alle 12-16 settimane di vita.

Per prima cosa il cucciolo deve socializzare con noi e con la nostra quotidianità, per cui imparare a interagire con tutte quelle prassi e quegli oggetti che lo riguardano è cosa utile.
Per abituarlo ad essere maneggiato, è una buona idea spazzolarlo ogni giorno, anche se si tratta di una razza a pelo raso. Lo abitueremo inoltre ad essere trattenuto per un controllo completo (orecchie, bocca, occhi, pelo, zampe, unghie, coda). Osserviamo sempre la postura del nostro cane, quello che ci comunica con coda e orecchie: se durante queste operazioni il cane avrà la coda tra le gambe e le orecchie all’indietro ci starà comunicando che quella manipolazione è eccessiva e lo mette a disagio. Dobbiamo agire con calma e senza imporre nulla al cane, premiando invece con dei bocconcini qualsiasi risposta positiva ed accettazione. Non dobbiamo dimenticarci nemmeno di abituare il cane al collare o meglio ancora alla pettorina. In questo caso sarà utile, non appena indossata, far giocare in maniera coinvolgente il cane distraendolo dal fastidio del nuovo accessorio…che gli leveremo una volta terminato il gioco. Una volta abituato alla pettorina cominceremo ad utilizzare anche il guinzaglio, ma con questo oggetto è meglio che al cane non sia concesso di giocare. Nel frattempo, è buona cosa dare modo al cucciolo di poter interagire con altri cani. E’ molto importante avere cura di scegliere con chi farlo incontrare: le esperienze vissute dal cucciolo devono essere pilotate da noi, non possiamo permetterci che il cane si trovi in situazioni traumatizzanti. Inoltre spesso a questa età non è ancora stato completato il ciclo vaccinale per cui è meglio avere l’accortezza di mettere il cucciolo a contatto con cani che sappiamo certamente essere già vaccinati e in salute. L’ideale è organizzare i primi incontri in casa propria, magari invitando amici che sono in possesso di cani. Non importa se i quattro zampe siano molto tolleranti o meno, l’importante è che abbiano carattere equilibrato e reazioni prevedibili. Ricevere ospiti nella propria casa sarà una grande lezione per il piccolo bracco che avrà modo, attraverso la ripetizione di questi episodi, di conoscere nuove persone, nuovi cani e di comprendere che se ben accolti da noi, anche “gli intrusi” possono essere i benvenuti.
Non spaventiamoci se il cucciolo dopo alcuni minuti di gioco sfrenato riceve una ringhiata dal suo compagno di giochi: è segno che è “andato oltre” e sta ricevendo una importante lezione, proprio come in passato dalla madre.
Dobbiamo supervisionare ogni incontro con un cane, pronti a intervenire, ma al contempo dobbiamo essere calmi e infondere sicurezza al piccoletto. Questo concetto però, spesso viene frainteso. La nostra empatia e l’immancabile antropomorfizzazione a cui sottoponiamo i nostri cani, ci porta a parlare e ad accarezzare il cucciolo specie quando vive un momento di difficoltà, palesa la sue ansie e le sue insicurezze…a volte addirittura lo sottraiamo alla situazione che reputiamo insidiosa prendendolo in braccio…e non c‘è niente di più sbagliato. Questo modo di agire viene interpretato dal cane come un nostro consenso al suo stato d’animo e andiamo a rinforzare proprio le paure che vorremmo che superasse.
La regola generale, è di ignorare il più possibile comportamenti ansiosi o impauriti e ricompensare approcci coraggiosi e fiduciosi.
I proprietari del cane che ci ha fatto visita saranno sicuramente molto interessati al nostro cucciolo e, grazie alle loro attenzioni e coccole, rappresenteranno nella mente del cagnolino una bellissima esperienza. Poi, diciamocelo, un cucciolo di Vizsla non chiede niente di meglio che essere al centro delle attenzioni dei suoi amici umani. La ciliegina sulla torta può essere attrezzare i nostri amici con bocconcini da elargire al nostro cucciolo tra una lode e l’altra. Incontri di questo tipo soddisfano socializzazione primaria e secondaria, ma sono carenti di socializzazione ambientale.

La socializzazione ambientale non è meno importante delle altre, ma spesso viene un po’ sottovalutata anche a causa di alcuni veterinari che consigliano con rigore di non fare uscire di casa il cane finché non si è concluso l’intero ciclo vaccinale (in genere intorno ai 3 mesi di età).
E’ una soluzione un po’ esagerata, dato che è sufficiente avere l’accortezza di portare il cane in posti sicuri, magari non frequentati da cani che non conosciamo.

03Alla scoperta del mondo

Se non forniamo ai nostri cani sin da piccoli gli strumenti per affrontare la caotica e nevrotica società in cui viviamo, potrebbero esserne sopraffatti. Non possiamo far sedere il nostro piccolo Vizsla a un tavolino di un bar e spiegargli con calma che non bisogna preoccuparsi della metro perché è solo un trenino che ci accompagna alla destinazione che abbiamo scelto; spiegargli che esistono palazzi altissimi, il chiassoso e pericoloso traffico, le scale mobili, orde di bambini che escono da scuola e chissà che altro…e non è necessario preoccuparsi di nulla! Come può comprendere?
E’ nostro dovere dunque fornire al cucciolo gli strumenti per integrarsi gradualmente nel mondo in cui viviamo, anche se è un cane che probabilmente passerà la maggior parte della sua vita in campagna.
Diamoci da fare dunque con la socializzazione ambientale, occasione per incontrare nuovi cani, nuovi animali e nuove persone!

E’ molto importante procedere per gradi qualsiasi sia la nuova esperienza a cui viene sottoposto. Una buona idea può essere abituarlo all’uso dell’automobile (fattibile anche con un cane non completamente vaccinato). L’auto è per il cucciolo un’incognita ma se riusciremo a fargliela associare a qualcosa di positivo saremo sulla buona strada. Attenzione perchè quel simpatico cucciolino di 5 o 6 kg che vi siede sulle gambe mentre guidate, quando peserà quasi 30 kg pretenderà lo stesso identico posto! ...meglio che lo si faccia stare da subito nella parte dell’auto dove viaggerà da adulto… o quando crescerà potrebbe lagnarsi non poco del cambio di posizione. La prima volta sarà bene salire senza nemmeno accendere il motore e passare qualche istante in compagnia. In seguito accenderemo soltanto il motore, senza viaggiare. Sediamoci accanto a lui e premiamolo se si mostra tranquillo. In un secondo tempo potremo iniziare a muoverci. Questi viaggi possono essere una buona occasione per familiarizzare con la vista e i rumori del traffico e, almeno inizialmente, non è necessario che portino da qualche parte, ciò che importa è che durino poco e terminino con dei momenti di interazione di qualità tra noi e il nostro cane.


Quando, guinzaglio alla mano, ci troveremo alle prese con le prime uscite, dovremo indugiare molto sulla scelta della destinazione che non dovrà essere casuale ma fatta tenendo in considerazione le caratteristiche del nostro cane che, ormai, dovremmo iniziare a conoscere. E’ molto importante essere realisti per non rischiare di fare “il passo più lungo della gamba” e sottoporre il cucciolo a situazioni che obiettivamente non è ancora in grado di padroneggiare.
La passeggiata ideale è suddivisibile in tre fasi:
  • camminata al guinzaglio
  • attività da liberi con possibilità di espletare i propri bisogni, annusare, esplorare
  • interazione con noi

E’ bene che le primissime uscite siano brevi e in posti non troppo ricchi di stimoli. Non forziamo il cane a far nulla e premiamo con i bocconcini preferiti ogni risposta positiva agli imprevisti della strada.Se incrociamo dei passanti non irrigidiamoci, non tendiamo mai il guinzaglio e proseguiamo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Se il piccoletto indugia, invitiamolo con tono allegro a seguirci. Lo premieremo non appena avrà superato “l’ostacolo”. Se invece, come accadrà spesso, gli sconosciuti avranno interesse a salutare il nostro irresistibile Vizsla, lasciamo pure che entrino in contatto, ma rimaniamo vigili su quello che il nostro piccolo bracco ci comunica con il corpo.

Se palesa disagio per il tipo di approccio degli avventori, a costo di risultare antipatici, scusatevi e proseguite oltre…
mentre se l’interazione ha buon esito, lasciate che si scambino i convenevoli a profusione e al momento di ripartire sorridiamo al nostro piccoletto (tendenzialmente i cani badano più a quello che comunichiamo con il corpo piuttosto che con la voce) e sottolineiamo quanto è stato bravo… con la voce però, il premio in cibo in questo caso sarebbe un di più.

Nei giorni seguenti potremo spingerci allo step successivo, ossia esporre il cane a un maggior numero di stimoli.
Per esempio, se abitiamo in campagna e ne abbiamo la possibilità, potremo portarlo a conoscere gli animali delle fattorie. Sarà anche un occasione per osservare la reazione del nostro cucciolo di fronte a novità così “sconvolgenti” come può essere la vista di una mucca o di un cavallo.
Se il cane proverà curiosità o paura, se reagirà aggredendo, abbaiando o tentando di fuggire, avremo comunque elementi utili a capire il carattere del nostro nuovo amico e comprendere su quali aspetti della socializzazione dovremo impegnarci di più.
Un cane curioso e coraggioso abbastanza da avvicinarsi per annusare questi “nuovi” animali, andrà lodato e premiato, lasciato alcuni istanti ad annusare e immagazzinare informazioni per poi proseguire la passeggiata. Se il cane si dimostrerà curioso ma al contempo timoroso nell’avvicinarsi, allora potremo fermarci il tempo necessario a far prendere coraggio al cucciolo per tentare un primo approccio. Dopo un paio di minuti, se non accade nulla, è meglio proseguire la passeggiata e fare ritorno solo il giorno dopo.
Questo perché in genere in questi casi è sufficiente avere pazienza, bisogna rispettare i tempi e la naturale diffidenza del cane, ogni Vizsla possiede una propria personalità.

In caso di reazioni esagerate come l’emissione di molte vocalizzazioni o tentativi di aggressione starà noi prendere il controllo della situazione. Non lasciate che il cane tenda il guinzaglio e vada vicino all’animale con aria minacciosa o peggio abbaiando, frapponetevi voi e, senza indugiare, invitate il cane a proseguire oltre. Un atteggiamento di questo tipo non significa che il vostro cane ha istinti omicidi, l’aggressività è una delle reazioni possibili di fronte a un sentimento sconvolgente come la paura.

Potrete tornare in seguito, accompagnati da qualche famigliare o amico che si fermi a debita distanza con il cane. Sarete solo voi ad avvicinarvi all’animale, potrete anche accarezzarlo. Non perdete di vista il l’atteggiamento del vostro cane, se sembra più tranquillo, incuriosito, potrete con pacatezza invitarlo ad avvicinarsi. Se tutto questo teatrino riesce nell’intento di aiutare il nostro bracchetto, deve essere una grande festa! Il cane deve capire che questo suo nuovo modo di agire vi esalta. Non dovremo avere vergogna a manifestare la nostra gioia nemmeno se in presenza di altre persone, il cane dovrà comprendere di averci realmente compiaciuto dato che, se il nostro rapporto con il cucciolo è ben impostato, una delle soddisfazioni per lui più grandi è riuscire a compiacerci.

Dai 2 ai 4 mesi dovremo fare in modo che il cane viva il maggior numero di esperienze possibili e, più saranno state positive e gratificanti, più avranno arricchito il bagaglio sociale del cane. Questo semplice e graduale modo di procedere va applicato in ogni nuovo contesto, ovviamente mantenendo sempre una certa sensibilità riguardo alla difficoltà di ciò che stiamo proponendo al cane e monitorando sempre il suo stato d’animo.
E’ fondamentale quindi che il cane abbia contatti, in parte neutri, ed in parte positivi con decine e decine di persone di sesso ed età diverse. Portiamo il nostro amico per strada, facciamolo interagire con tanta gente, bambini, anziani, uomini, donne, portiamolo in auto, in bus, in mezzo al traffico, arricchiamo al massimo le sue esperienze.  Facciamo in modo che molte di queste persone lo rinforzino con un gustoso bocconcino quando il cucciolo gli si avvicina, facciamo vivere al Vizsla esperienze assolutamente positive  e mai traumatiche.  Non lasciamolo mai da solo con i bambini, ma spieghiamo a questi ultimi come comportarsi nel modo corretto in presenza del cane. Organizziamo qualche bella cena con i nostri amici, in modo da presentargli il cane dopo averli adeguatamente istruiti.

Vivere con un cane perfettamente socializzato e integrato al nostro stile di vita è il bene più prezioso per chi ha deciso di condividere la sua vita con un cane.

La vera finestra di socializzazione si chiude intorno al quarto mese di vita, e dopo, cosa accade?

04La socializzazione nelle successive fasi di vita

Al termine del periodo di socializzazione, il cane non è ancora considerato adulto. Prima che avvenga ciò il cane attraversa il periodo giovanile, il quale termina per convenzione con lo sviluppo sessuale. Nei maschi lo sviluppo sessuale è riconoscibile dal momento in cui alzano la zampa per urinare mentre nelle femmine corrisponde al secondo calore. Quando il cane entra in questo periodo deve avere già vissuto una buona socializzazione ma, essendo ancora in fase di sviluppo, possiamo lavorare per affinarla, il cane è ancora in grado di apprendere molto.
Anche nella fase successiva, la fase adulta, possiamo ancora lavorare sulla socializzazione, soprattutto fino alla piena maturazione sociale, collocabile intorno ai 20-24 mesi di età.
Un cane di due anni sarà nel pieno del vigore psico-fisico, ma anche se fino a questo momento sarà stato ottimamente socializzato necessiterà di continuare ad avere una vita attiva anche sotto questo punto di vista. La socializzazione è paragonabile a un muscolo. Per esempio se di punto in bianco smetteremo di fare esercizio fisico, il tono muscolare degli “addominali” che abbiamo scolpito con tanta fatica, calerà inevitabilmente.
Se invece non avremo mai avuto modo di utilizzare un determinato muscolo si atrofizzerà e, allo stesso modo, un cane adulto che non ha avuto modo di socializzare è molto difficile da recuperare.

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