I Vizsla per la prima volta in coppa italia!
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La prima volta del bracco ungherese alla Coppa Italia Continentali, di questa opportunità dobbiamo ringraziare Marco Ragatzu e La barbera che hanno fortemente voluto la nostra partecipazione a questa importante manifestazione cinotecnica creata per valutare lo stato di salute ed il livello di selezione raggiunto dalle varie razze continentali tra cui la nostra.
La cronaca della nostra avventura incomincia con l’arrivo nella splendida cittadina di Bolsena che si affaccia sull’omonimo lago.
Il primo appuntamento è in una chiesa sconsacrata trasformata in teatro dal cui palcoscenico Cesare Bonasegale e Marco Ragatzu hanno dato vita ad un contraddittorio sulla “Formula della Coppa Italia”in merito alla possibilità di rendere le prove più attinenti alla valutazione delle qualità venatorie dei soggetti.Poi a seguire uninteressante intervento di Giuseppe Mazzoni su “Il fagiano”; e per finire la premiazione – effettuata dal Presidente SABI, Cesare Manganelli – del Bracco italiano più bello del mondo.
Si conclude quindi con le estrazioni delle batterie e delle relative terne giudicanti, il tutto con la premurosa ed efficiente collaborazione degli addetti del Club Cinofilo Viterbese che ha condiviso gli oneri e gli onori dell’organizzazione col Club Italiano Bracco Francese.
Una piacevole cena al tavolo con tanti personaggi altisonanti della cinofilia italiana ha finito la nostra prima giornata alla Coppa Italia.
Sabato mattina: quattro batterie di dodici turni, per un totale di 48 cani, per 8 razze di continentali dislocate in zone di ripopolamento nell’arco di una cinquantina di chilometri da Bolsena.
I nostri cani sono stati divisi a copie nelle prime tre batterie. Io naturalmente ho potuto seguire solo la mia batteria, fagiani in giusta quantità – e soprattutto selvaticissimi – tutt’altro che facili da trattare, a causa dei terreni incolti, pressoché totalmente coperti di gerbidi e paglie secche e per chi proviene dal nord una temperatura estiva che mette a disagio i cani non più abituati a questo clima. In quelle condizioni è pressoché impossibile svolgere una cerca ordinata e diventa fondamentale la scelta di come prendere di volta in volta il terreno e qui la mia inesperienza si manifesta tutta.
La mia batteria si chiude con due cani in classifica un Kurzhaar e un breton.
Dalle altre batterie arrivano notizie disparate c’è chi lamenta terreni impraticabili;in un altro caso invece sembrerebbe che la selvaggina fosse quasi inesistente.
Purtroppo sembra che i diversi terreni in cui si sono svolte le varie batterie non abbiano consentito di mettere tutti i concorrenti nelle medesime condizioni.
Comunque grazie a Renato Danielis piazziamo un Argo di Ottavio Gardin in classifica con Molto Buono ( per noi è gia un successo)
Secondo appuntamento della giornata è il riporto dall’acqua alta, che ha luogo proprio nel lago di Bolsena. Le squadre si presentano una alla volta sul piazzale, vengono sottoposte alla verifica morfologica e quindi procedono alla prova di nuoto/riporto.
Giudicano i quattro presidenti delle singole giurie ed adottano i seguenti criteri:
il riporto deve concludersi con la consegna dell’anitra al conduttore che attende il cane ad una decina di metri dalla riva; solo 15 cani ottengono il punteggio pieno e per ben 26 c’è lo zero!
Il punteggio spazia da 0 a 2. In questa prova come squadra ci piazziamo al secondo posto con un totale di 6 punti grazie al lavoro impeccabile di Fiuto, Brezza e Conny.
Anche la prova morfologica giudicata da La barbera viene superata brillantemente da nostri soggetti con Brezza su tutti.
Nuova cena tutti assieme in cui tutti parlano delle prove dei propri cani c’ è chi è contento e chi lamenta la durezza dei terreni con vegetazione alta che non sempre consentiva di seguire adeguatamente il cane.
La domenica mattina c’è la “selvatico abbattuto”, ovvero la prova più discussa.
Ed i motivi che sono alla base delle contrastanti opinioni si manifestano in pieno.
Non è facile trovare riserve private adatte ad un prova del genere
La batteria che seguo io ha terreni piuttosto infelici e non omogenei dove una volta ancora è difficile per il cane svolgere una cerca decente. La selvaggina c’è e non c’è. In un certo appezzamento l’accompagnatore dice di aver messo i fagiani che però non si trovano, perché evidentemente se ne sono andati via a piedi; e allora si ribatte lo stesso terreno con un altro cane, cosa che ovviamente è motivo di mugugni. Il malumore cresce anche fra i giudici e qualche conduttore altisonante non disposto ad uscire dal campo senza il punto, comunque arriviamo alla fine anche di questa giornata.
Brezza e Fiuto anche oggi non hanno la fortuna di incontrare peccato perché sul riporto potevamo figurare bene.
Renato invece conferma lo stato di grazia suo e dei suoi cani andando a punto con entrambe i Bravissimi Argo e Chilly (Grande Renato poche parole ma fatti)
Siamo dunque all’atto finale.
I complessi conteggi indicano la meritata vittoria della squadra degli Epagneul Breton e sempre ad un Epagneul Breton – Dusty di Tureddi– va il titolo individuale; Il nostro Argo è comunque uno dei pochi cani ad essere andato a punto in entrambe le giornate dimostrando solidità nelle sue qualità
Seconda la squadra degli ospitanti Bracchi Francesi.
Ed un bravo anche al Club del BraccoFrancese per la piazza d’onore e per l’entusiasmo con cui ha organizzato questa tredicesima Coppa Italia.
E un grande plauso anche alla nostra squadra
Questa è la classifica finale
Siamo al settimo posto non distanti da squadre blasonate come quella dei Drahthaar e degli Spinoni società in cui la selezione del cane da caccia è porta avanti da anni, questo è motivo di entusiasmo e soddisfazione ma non deve illuderci sullo stato di salute del BU come cane da caccia ma deve essere sprone a selezionare i soggetti con le qualità naturali consone ad un cane da caccia.
Per chi volesse ulteriori informazioni sulla manifestazione
http://www.coppaitaliacontinentali.it/
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La cronaca della nostra avventura incomincia con l’arrivo nella splendida cittadina di Bolsena che si affaccia sull’omonimo lago.
Il primo appuntamento è in una chiesa sconsacrata trasformata in teatro dal cui palcoscenico Cesare Bonasegale e Marco Ragatzu hanno dato vita ad un contraddittorio sulla “Formula della Coppa Italia”in merito alla possibilità di rendere le prove più attinenti alla valutazione delle qualità venatorie dei soggetti.Poi a seguire uninteressante intervento di Giuseppe Mazzoni su “Il fagiano”; e per finire la premiazione – effettuata dal Presidente SABI, Cesare Manganelli – del Bracco italiano più bello del mondo.
Si conclude quindi con le estrazioni delle batterie e delle relative terne giudicanti, il tutto con la premurosa ed efficiente collaborazione degli addetti del Club Cinofilo Viterbese che ha condiviso gli oneri e gli onori dell’organizzazione col Club Italiano Bracco Francese.
Una piacevole cena al tavolo con tanti personaggi altisonanti della cinofilia italiana ha finito la nostra prima giornata alla Coppa Italia.
Sabato mattina: quattro batterie di dodici turni, per un totale di 48 cani, per 8 razze di continentali dislocate in zone di ripopolamento nell’arco di una cinquantina di chilometri da Bolsena.
I nostri cani sono stati divisi a copie nelle prime tre batterie. Io naturalmente ho potuto seguire solo la mia batteria, fagiani in giusta quantità – e soprattutto selvaticissimi – tutt’altro che facili da trattare, a causa dei terreni incolti, pressoché totalmente coperti di gerbidi e paglie secche e per chi proviene dal nord una temperatura estiva che mette a disagio i cani non più abituati a questo clima. In quelle condizioni è pressoché impossibile svolgere una cerca ordinata e diventa fondamentale la scelta di come prendere di volta in volta il terreno e qui la mia inesperienza si manifesta tutta.
La mia batteria si chiude con due cani in classifica un Kurzhaar e un breton.
Dalle altre batterie arrivano notizie disparate c’è chi lamenta terreni impraticabili;in un altro caso invece sembrerebbe che la selvaggina fosse quasi inesistente.
Purtroppo sembra che i diversi terreni in cui si sono svolte le varie batterie non abbiano consentito di mettere tutti i concorrenti nelle medesime condizioni.
Comunque grazie a Renato Danielis piazziamo un Argo di Ottavio Gardin in classifica con Molto Buono ( per noi è gia un successo)
Secondo appuntamento della giornata è il riporto dall’acqua alta, che ha luogo proprio nel lago di Bolsena. Le squadre si presentano una alla volta sul piazzale, vengono sottoposte alla verifica morfologica e quindi procedono alla prova di nuoto/riporto.
Giudicano i quattro presidenti delle singole giurie ed adottano i seguenti criteri:
il riporto deve concludersi con la consegna dell’anitra al conduttore che attende il cane ad una decina di metri dalla riva; solo 15 cani ottengono il punteggio pieno e per ben 26 c’è lo zero!
Il punteggio spazia da 0 a 2. In questa prova come squadra ci piazziamo al secondo posto con un totale di 6 punti grazie al lavoro impeccabile di Fiuto, Brezza e Conny.
Anche la prova morfologica giudicata da La barbera viene superata brillantemente da nostri soggetti con Brezza su tutti.
Nuova cena tutti assieme in cui tutti parlano delle prove dei propri cani c’ è chi è contento e chi lamenta la durezza dei terreni con vegetazione alta che non sempre consentiva di seguire adeguatamente il cane.
La domenica mattina c’è la “selvatico abbattuto”, ovvero la prova più discussa.
Ed i motivi che sono alla base delle contrastanti opinioni si manifestano in pieno.
Non è facile trovare riserve private adatte ad un prova del genere
La batteria che seguo io ha terreni piuttosto infelici e non omogenei dove una volta ancora è difficile per il cane svolgere una cerca decente. La selvaggina c’è e non c’è. In un certo appezzamento l’accompagnatore dice di aver messo i fagiani che però non si trovano, perché evidentemente se ne sono andati via a piedi; e allora si ribatte lo stesso terreno con un altro cane, cosa che ovviamente è motivo di mugugni. Il malumore cresce anche fra i giudici e qualche conduttore altisonante non disposto ad uscire dal campo senza il punto, comunque arriviamo alla fine anche di questa giornata.
Brezza e Fiuto anche oggi non hanno la fortuna di incontrare peccato perché sul riporto potevamo figurare bene.
Renato invece conferma lo stato di grazia suo e dei suoi cani andando a punto con entrambe i Bravissimi Argo e Chilly (Grande Renato poche parole ma fatti)
Siamo dunque all’atto finale.
I complessi conteggi indicano la meritata vittoria della squadra degli Epagneul Breton e sempre ad un Epagneul Breton – Dusty di Tureddi– va il titolo individuale; Il nostro Argo è comunque uno dei pochi cani ad essere andato a punto in entrambe le giornate dimostrando solidità nelle sue qualità
Seconda la squadra degli ospitanti Bracchi Francesi.
Ed un bravo anche al Club del BraccoFrancese per la piazza d’onore e per l’entusiasmo con cui ha organizzato questa tredicesima Coppa Italia.
E un grande plauso anche alla nostra squadra
Questa è la classifica finale
Class. | Club | Punti |
1 | CIEB | 96,4 |
2 | CIBF | 62,2 |
3 | KCI | 59,1 |
4 | SABI | 51 |
5 | CISP | 48,1 |
6 | CID | 46,1 |
7 | CIBU | 44,7 |
8 | CIGK | 35,3 |
Siamo al settimo posto non distanti da squadre blasonate come quella dei Drahthaar e degli Spinoni società in cui la selezione del cane da caccia è porta avanti da anni, questo è motivo di entusiasmo e soddisfazione ma non deve illuderci sullo stato di salute del BU come cane da caccia ma deve essere sprone a selezionare i soggetti con le qualità naturali consone ad un cane da caccia.
Per chi volesse ulteriori informazioni sulla manifestazione
http://www.coppaitaliacontinentali.it/